Daniela Mariani

Venerdì 3 luglio 2009

La mia prima Monza-Resegone

Ancora faccio fatica a credere che sabato sera 20 giugno c'ero anch'io tra i 540 partecipanti alla 49° Monza-Resegone.

Un obiettivo che mi stimolava già da qualche anno, ma dover correre una maratona in 3, di notte, in salita, mi sembrava una cosa fuori dalla mia portata.

Invece all'inizio di maggio, proprio mentre una storta al piede sinistro mi faceva temere di saltare persino le gare brevi in programma nel mese, le mie amiche Daniela e Silvia dell'Euroatletica 2002 cercavano il terzo componente per formare una squadra, possibilmente donna (Silvia l'aveva già fatta l'anno scorso per la prima volta con due uomini in 4h57', per Daniela era la prima). A malincuore non mi sono buttata subito, non solo perchè temevo che i miei acciacchi potessero impedirmi di affrontare un simile impegno, ma perchè avrei compromesso anche la loro partecipazione, dovendo correre in 3.

Invece la sera del 20 maggio durante il 5000 in pista a Cinisello la mia voglia di cogliere l'occasione ha oscurato qualsiasi timore di non essere a posto fisicamente e ho confermato la mia partecipazione. Neanche a farlo apposta, le iscrizioni si erano chiuse proprio quella sera per il raggiungimento in anticipo del limite massimo di 180 squadre, ma Renzo Barbugian è riuscito lo stesso a farci iscriverci e abbiamo addirittura trovato subito uno sponsor disponibile a pagarci l'iscrizione correndo con la sua canottiera (FOTO RIBO di Brugherio, il fotografo ufficiale della corsa). Infatti siamo diventate le FOTO RIBO LADIES e abbiamo iniziato la nostra preparazione, che è consistita in tre utilissime tapasciate di 30, 24 e 25km (Inverigo, Galbiate, Meda), sebbene per impegni vari le mie compagne di squadra non sono state presenti contemporaneamente in tutte e la prima volta che abbiamo corso davvero insieme è stato solo a 4 giorni dall'evento, 10km al loro campo di Paderno.

Nel frattempo, avendo sparso la voce della partecipazione, abbiamo trovato davvero tante persone entusiaste della nostra decisione e pronte a supportarci, tutti quelli che l'avevano già corsa in passato non hanno esitato a darci testimonianze e suggerimenti a riguardo, così giorno dopo giorno cresceva l'emozione e l'entusiasmo. L'organizzazione logistica non è uno scherzo, menomale che Silvia era già esperta e grazie a lei e al suo quasi marito Alessandro abbiamo preparato ogni cosa alla perfezione. 

I giorni precedenti la gara hanno cominciato a girare voci che per sabato sera erano previsti temporali proprio sulla zona, così per consolarmi mi dicevo sia che almeno non avremmo sofferto il caldo, sia che dopo le intemperie patite l'anno scorso durante la ReStelvio nulla avrebbe potuto più spaventarmi.

Sabato mattina si presenta una bella giornata senza afa grazie al temporale della notte precedente, condizioni ideali per correre, la giornata trascorre lenta, forse avrei dovuto restare a casa a riposarmi bene e dormire, invece sono andata al parco nord a prendere il sole con gli amici come se fosse un sabato normale, anche per distrarre l'attenzione e stemperare l'agitazione galoppante.

Finalmente arriva l'ora di partire per Monza, ci troviamo al campo e ci avventuriamo verso Monza, mentre il cielo comincia a coprirsi di nuvoloni poco rassicuranti.

La nostra squadra ovviamente non era composta solo da noi 3, Alessandro ci doveva seguire in bicicletta per tutto i percorso e arrampicarsi con noi fino al traguardo, mentre alcuni amici di Euroatletica dovevano scortarci con la macchina fino ad Erve.

Poco dopo essere arrivati al ritrovo sotto l'Arengario, improvvisamente mi viene in mente che ho dimenticato a casa la pila! No, che stupida, l'avevo comprata apposta!! E adesso??? Azichè mandare qualcuno in missione a casa mia in fretta e furia, intercettiamo Valerio, l'autista della nostra ammiraglia, che essendo ancora a casa mi porta la sua. Respiro di sollievo, problema risolto. Mano a mano la zona partenza si fa sempre più affollata, il cielo sempre più grigio e la temperatura sempre più bassa, menomale che noi dovevamo partire subito, alle 21.02.20. Pian piano arrivano tutti gli amici: Antonio e Ricky che poi ci seguiranno  con una seconda macchina, una coppia amica di Silvia che ci seguono in bicicletta per i primi 20km, Mauro e Sara che inizialmente dovevano solo assistere alla partenza, e finalmente alle 20.30 Valerio, Gianni e Martino, i componenti ufficiali della nostra ammiraglia. Il tempo scorre velocemente e ormai mancano 10' alla partenza quando comincia a piovere, ma ormai nulla può rovinarci la festa e ci schieriamo a 3 a 3 tenendoci per mano sotto i portici dell'Arengario (sembriamo una scolaresca in gita) dietro la rampa di lancio della partenza. Che emozione, ci stringiamo le mani per scaricare la tensione e cominciano a partire le prime squadre (noi siamo il numero 8) finchè tocca a noi: ci portiamo sulla pedana di lancio e veniamo presentate con nome e cognome, conto alla rovescia e via si parte. I primi metri li percorriamo tra due ali di folla incitanti che ci chiede di battere la mano sulla loro, che forte, a me viene troppo da ridere, poi ci lasciamo dietro tutti e inziamo l'avventura. Ci affianca Alessandro coi suoi 3 amici e iniziamo a percorrere le strade cittadine, in molti punti ci sono persone che ci incitano (se il tempo fosse stato migliore probabilmente ci sarebbe stata più gente), non vedo l'ora che ci affianchi la nostra macchina e infatti poco dopo ci superano strombazzando e notiamo compiaciute che Gianni si è addirittura procurato un lampeggiante, e si sono inaspettatamente uniti anche Sara e Mauro, il quale poi per tutto il percorso si sporgerà dal finestrino per fotografarci o sarà appostato quando si fermano e scendono per aspettarci ai ristori.

Lungo il percorso la pioggia si dirada, solo ogni tanto sentiremo qualche goccia innoqua qua e là ma ormai ci siamo scaldate e abbiamo preso il ritmo. E' bellissimo ogni volta che i nostri amici in macchina ci raggiungono, ci superano o ci aspettano ai ristori a bordo strada per assisterci, incitarci, darci consigli, tant'è che fino a Calolzio sembra una sfilata, io non sento alcuna fatica (per forza, riposavo le gambe da ben 3 giorni), anche se nei primi 10km ho il presentimento di sentire un dolorino alla caviglia destra, la disgraziata caviglia che per due anni consecutivi mi ha impedito di fare la maratona di Milano, invece fortunatamente pian piano non sento più nulla e mi tranquillizzo. Anche le mie compagne vanno come il vento e riusciamo a darci il ritmo a vicenda. 

Ancora non sapevo cosa ci avrebbe atteso nella seconda parte della corsa, da Calolzio in poi: fino a lì avevamo tenuto una media del 5.30-5:35, abbiamo superato 3-4 squadre femminili partite prima di noi e nel frattempo ovviamente siamo state raggiunte e superate dalle squadre miste e da alcune squadre maschili. Arrivate a Calolzio comincia il difficile.  

Inizia a diluviare a dirotto, iniziano i gradoni in salita che spezzano il ritmo e mettono fine al bellissimo ritmo tenuto sin lì. A me iniziano a far male i polpacci e se rallento o mi fermo ho paura di non ripartire più. Daniela è affaticata e inizia a camminare, Silvia resta con lei e la prende per mano, io invece cerco di incitarla gridando da davanti, guardando continuamente indietro per cercarle con le sguardo. La pioggia è davvero abbondante, ci raggiungono parecchie squadre maschili che ci incoraggiano, poi iniziano i tornanti per Erve, Silvia mi raggiunge e corriamo insieme, mentre Daniela pian piano si riprende anche se resta ancora un po' indietro, affiancata da Alessandro in bici che la sprona. La strada si affolla di podisti e di macchine in coda sulla destra, quasi non si riesce a passare, ci chiediamo continuamente quanto manca perchè ormai dovrebbe mancare poco al famoso controllo orario di Erve, infatti finalmente lo raggiungiamo, io e Silvia veniamo fermate per aspettare Daniela, nel frattempo i nostri accompagnatori sono lì che ci aspettano, ci fanno qualche foto, scambiamo qualche parola nell'attesa, poi arriva Daniela e possiamo proseguire (scopriremo poi che il tempo di passaggio è stato 3h38'), riprendiamo a correre tutte insieme affiancate da Gianni che corre anche lui, poi finalmente arriviamo all'imbocco del sentiero, ci cambiamo la canottiera, (io mi metto sotto anche una maglietta a maniche corte per stare più calda), infiliamo la pila, salutiamo i nostri cari amici accompagnatori mentre Ale parcheggia la bici per proseguire a piedi con noi, ci fanno le foto all'inizio del sentiero poi si parte. I primi metri si riesce ancora a correre, fradice e coi piedi inzuppati, poi ecco iniziare un muro di rocce ripide e appuntite che ci obbligano ad arrampicarci con le mani e cercare di tirarci su come riusciamo. Io lo trovo davvero molto impegnativo, quasi non credo a quello che sto facendo, era stata così bella la corsa fino a Calolzio!! Lì siamo tutti in fila indiana, sono pochi quelli che chiedono spazio, Silvia è poco avanti, io in mezzo e Daniela dietro con Alessandro. La prima parte è davvero durissima, io ho paura di spaccarmi, poi arriviamo al ristoro della Bocchetta, non so quante zollette di zucchero ho ingoiato per prendere un po' di forze, poi si riparte per il secondo tratto. In tutto siamo state circa un'ora su quel sentiero e quando finalmente intravediamo le luci della capanna esplodiamo di gioia, ci prendiamo per mano per arrivare su tutte insieme, gli ultimi passi e passiamo sul tappeto del traguardo. Siamo frastornate ed euforiche per avercela fatta, praticamente non sentiamo nè stanchezza nè fatica e veniamo accolte da tutti quelli già arrivati. Recuperiamo lo zaino, entriamo nella capanna già stracolma di persone e saliamo a cambiarci in una piccola stanza con letti a castello adibita a spogliatoio femminile. Una volta asciutte e cambiate mangiamo qualcosa, io sono curiosa di sapere il nostro tempo e la classifica in tempo reale così mi avvicino ai ragazzi posizionati fuori coi computer e scopro che siamo seconde con 4h55'13", quasi non ci credo, corro a dirlo alle mie compagne, verifichiamo ancora ma è proprio così: seconde su 8. Senza accorgercene stiamo su nella capanna gremita 1h10', pian piano però la stanchezza inizia a farsi sentire e quindi ci decidiamo a lasciare il rifugio e ripartire per scendere. Fortunatamente nel frattempo ha smesso di piovere, così restiamo asciutte, a parte ovviamente i piedi. Anche il sentiero in discesa non è uno scherzo, sebbene sia sicuramente meno impervio. Le mie gambe cominciano a fare un po' male così inizio a cantare (un po' tra le risa e le prese in giro di tutti quelli che sono sul sentiero con noi) per non concentrarmi troppo sui miei dolori. Alla fine ci mettiamo 1h40' per tornare a Erve e nel frattempo è l'alba, quindi iniziamo ad accorgerci del suggestivo paesaggio naturale che ci circonda. Altri 20' per giungere alla macchina, poi lasciamo definitivamente Erve, percorrendo la strada che la sera prima avevamo fatto di corsa in salita sotto la pioggia. In macchina i primi commenti a caldo sono già tutti positivi e la convinzione di ripetere l'impresa l'anno prossimo è già una certezza.

Arrivo a casa alle 6.30 ma non riesco assolutamente a dormire, tant'è che alle 11 esco e raggiungo il campo di Paderno dover i ragazzi dell'Euroatletica erano impegnati nel "Open Day", ritrovo tutti (tranne Silvia che saggiamente è rimasta a casa a dormire, così commentiamo subito l'impresa ricevendo i primi complimenti. Complimenti che continueranno per tutta la settimana da parte di tutti quelli che mi conoscono e sanno della nostra corsa. Ora l'attesa è per la premiazione di venerdì 26, ovviamente vogliamo che tutti i nostri accompagnatori siano presenti per condividere con noi anche questi momenti e infatti venerdì sera ci siamo quasi tutti, neanche a farlo apposta ancora una volta sotto un bel temporale, allo stadio Sada di Monza, ed è davvero un'altra bella festa in compagnia.

E' stata davvero un'esperienza intensa ed entusiasmante, davvero unica come me la raccontavano, perchè è stata anche un'occasione importante per dar vita a nuove amicizie che ora porto avanti con immenso piacere, perchè io vivo la corsa soprattutto come bellissimo momento di aggregazione e socializzazione tra persone che condividono la stessa passione. Grazie a tutti, ma proprio a tutti e arrivederci a te cara Monza-Resegone, ci rivedremo sicuramente l'anno prossimo con lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di correre.

Sicuramente è un racconto troppo lungo e dettagliato, ma ogni singolo momento di questa avventura è impresso nella mia mente dall'inizio alla fine e non riuscirei a tralasciare nulla.

Allego anche qualche foto (partenza-arrivo-premiazione).

Grazie e ciao a tutti.

Daniela